- Otranto per la sua posizione geografica, da sempre considerata dai dominatori del mondo, il più vicino tragitto per l’Oriente, ancor prima dell’epoca romana, costituì un punto davvero strategico nelle operazioni militari. I Cesari d’Oriente, dopo la divisione dell’impero, fortificarono e abbellirono la città di Otranto che, secondo Cassiodoro, fin dal V secolo aveva un recinto di mura che girava più di undici stadii, tanto da essere chiamata “la rocca delle cento torri”, una delle quali denominata “ la torre del Centauro”; questa, secondo l’affermazione del Galateo, esisteva ancora nel secolo XVI (1). Alla fine della guerra gotica, i Bizantini intensificarono le strutture di difesa della città, proseguendo in varie fasi, fino alle soglie del Mille, ed oltre; cioè fino all’occupazione normanna. Prima, nella lotta contro i Longobardi, poi nell’845 contro i Saraceni che, guidati dal condottiero Saba, saccheggiarono la città distruggendo mura e castello. Il sistema di fortificazione bizantina imitava, anche in Otranto, i canoni dell’età teodosiana e giustinianea, con cenni ai moduli dell’edilizia proto-islamica ( secolo VIII), dove la cerchia muraria era ritmata da torri quadrate con la cittadella, (detta impropriamente castello) , situata nel punto più strategico, cioè verso il mare (2). Durante la dominazione Normanna, Roberto il Guiscardo nel 1081 munì questa città di altre bastite riattandone il castello. Secondo il Maggiulli però, il vero autore delle grandi e solide fortificazioni di Otranto, fu Federico II, il quale comprendendo l’importanza topografica e strategica, nel 1228 fece “riattare la cinta a torri e cortine, con fosso e barbacani e costruire un sontuoso castello”(3). Questa opinione è fondata sulla celebre Bolla di Alessandro IV, datata da Anagni, il 5 settembre 1256, con la quale vengono concessi alla città di Otranto, grazie, privilegi, la ricostruzione delle mura e la manutenzione della f
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